Vuelta a España 2020, Top/Flop del Giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi alla Vuelta a España 2020.

TOP

Michael Woods (EF): Il canadese ricostruisce alla grande una Vuelta che sembrava essere andata male dopo la caduta che lo ha tagliato fuori dai giochi per la generale nella prima tappa. Corre con grandissima intelligenza, tirando poco o niente con la scusa di proteggere Carthy da un eventuale recupero di Valverde; poi piazza la stoccata vincente attaccando al momento giusto, dopo che gli altri si sono sfiancati in attacchi controproducenti.

Nans Peters (Ag2r La Mondiale): Tra gli uomini in fuga il suo nome non era certo il più appariscente, ma alla fine riesce a concludere con un quarto posto che, al cospetto degli avversari che lo hanno battuto e che si è messo alle spalle è un altro segnale importante del suo livello. Ormai bisogna iniziare a considerarlo alla stregua dei migliori cacciatori di tappe.

Chris Froome (Ineos-Grenadiers): Vederlo tirare in testa al gruppo, lontano dal traguardo, per un compagno di squadra fa un certo effetto ai meno attenti, ma è invece un bel segnale di ripresa. Dopo un anno abbondante buio, il britannico poco alla volta sta riprendendo fiducia nei suoi mezzi e recuperando qualcosa a livello di condizione fisica. Senza perdere la sua grande umiltà, e per un vincitore di quattro Tour de France è un atteggiamento da top.

FLOP

Alejandro Valverde (Movistar): Abbiamo apprezzato anche noi il suo modo di correre diverso da quello a cui ci aveva abituato, ma alla fine dei conti il terzo posto, tra i fuggitivi, in una tappa molto adatta a lui non è un risultato soddisfacente. Soprattutto, viene da chiedersi come sarebbe andata a finire se non avesse bruciato energie inutilmente in un attacco a due lontano dal traguardo. Nel finale, marcatissimo, non trova le gambe e il tempo giusto per fare il colpaccio.

George Bennett e Sepp Kuss (Jumbo-Visma): Sulla carta era la coppia migliore tra tutte le squadre presenti nella fuga di giornata. Non si capisce allora perché si trovino spesso a inseguire e quasi mai ad attaccare, rimanendo fuori dall’azione decisiva e trovando poco accordo tra di loro anche su chi si dovesse sacrificare nell’inseguimento. Se Roglic dovesse continuare a stare in classifica, non avranno tanti giorni di libertà: sprecare in questo modo un’opportunità come quella di oggi è un vero peccato.

Matteo Moschetti (Trek-Segafredo): È giovane, ha talento e in volata ha già dimostrato di saper tenere testa anche ai più forti. Ma per diventare uno dei migliori velocisti bisogna saper superare giornate come queste, non semplici ma neanche con salite impossibili. Il milanese invece finisce fuori tempo massimo di più di 5 minuti, abbandonando anzitempo la sua prima esperienza in un Grand Tour. Ha tutte le attenuanti del caso, dopo una stagione travagliata e un infortunio grave. Ma essere escluso così, nella tappa dopo il giorno di riposo, fa comunque male. Lo aspettiamo di nuovo ai suoi livelli nella prossima stagione. Forza.

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